mercoledì 5 gennaio 2011

..::: Virus su Facebook :::..

Oggi mi è successa una cosa un po' particolare. Ad un tratto mi arriva un messaggio sulla chat di Facebook da parte di una mia amica (lo so non è Facebook perché per comodità uso AOL messenger, se vi piace lo trovate qui):

Era da quando non usavo Windows che non vedevo una cosa del genere. Infatti mi sono insospettito. La prima cosa che mi ha fatto storcere il naso è che la mia amica era offline, poi mi ha mandato il messaggio e qualche secondo dopo era nuovamente offline (da uno che mi manda una foto almeno due chiacchiere me le aspetterei...). Cliccando sul link vengo portato ad una pagina con al centro un messaggio che mi dice che la foto è stata spostata e simultaneamente il mio browser inizia il download di un file dal nome "particolare": facebook-pic00005267.exe. Cliccare sul tasto comporta unicamente un nuovo download del file.. la cosa puzza



Diciamo che il dubbio viene praticamente confermato, penso che sia certamente un virus, così inizio ad avvertire gli amici. Nel frattempo però lancio due scansioni (con gli unici due antivirus che conosco per mac: ClamXav e Sophos av), ma nessuno dei due riporta la presenza di virus all'interno del file...

Strano!

Inizio quindi a fare qualche ricerca online e mi salta fuori questa pagina. Decido di provare un tool online che consente di fare la scansione di un file con tutti i maggiori antivirus (a dire il vero ne ho usati due: Virus Total e VirScan) i risultati che ottengo sono i seguenti: uno e due.

Come si può vedere questo virus non viene riconosciuto dalla maggior parte degli antivirus (tra cui ClamAV e Sophos)... e questa cosa non so se mi tranquillizza (nel senso che magari è un virus del cavolo) o mi preoccupa (nel senso che pochi antivirus sono veramente aggiornati).

In ogni caso questa vicenda insegna che il miglior antivirus è, in primis, la propria testa ;)

martedì 4 gennaio 2011

..::: Le liste su Facebook diventano pubbliche (in parte) :::..


Oggi scorrendo tra i feed me ne capita uno veramente interessante. Facebook ha infatti deciso di abbattere anche l'ultimo muro della privacy personale (se ancora esiste realmente) inviando notifiche alle persone che vengono aggiunte alle liste e rendendo pubblico l'elenco di persone inserite in quella lista.

Appena ho letto la notizia sono sobbalzato sulla sedia, la seconda reazione è stata di mettermi a ridere pensando a tutte quelle persone che si vedranno la notifica «Giulio ti ha inserito nella lista "Rompiballe"» o ancora «Peppina ti ha inserito nella lista "Quelli che mi sono fatta"». Poi ho approfondito meglio la lettura e ho scoperto che, purtroppo, non è realmente così... non in toto.

Grazie all'introduzione del nuovo profilo la colonna sinistra ha guadagnato spazio ed è stata riempita dalle foto dei propri amici. Le liste, inizialmente inserite nel 2007, ma mai realmente sfruttate a pieno (tanto che i dati di Facebook parlano di un 5% di utenti che le utilizza), sono state quindi riprogettate al fine di consentire all'utente di mettere in mostra "amici" che si ritengono degni di nota e questo verrà chiaramente notificato all'inserito.

La notifica è uno stratagemma che Facebook ha deciso di usare per spingere gli utenti ad utilizzare le liste attraverso il meccanismo psicologico della curiosità e del passaparola virale. Ma la domanda sorge spontanea: "come evitare che si verifichi uno scenario come quello sopra descritto?"


Beh, diciamo che nella multinazionale non si sono proprio rimbecilliti (quasi) e che il meccanismo funziona solo nel momento in cui l'utente, proprietario di una lista, la contrassegna tra "amici in primo piano". Per farlo basta seguire la procedura segnalata da Facebook.

Le perplessità tuttavia permangono, soprattutto per quanto riguarda gli utenti meno esperti che tra il passaggio al nuovo profilo e la difficoltà nel settare i parametri per la privacy potrebbero erroneamente segnare una propria lista privata, rendendola pubblica. Ci si auspica quindi che Facebook provveda a rendere più difficile questa pubblicazione di informazioni "sensibili" attraverso l'uso dei pop-up di avvertimento o una procedura guidata che consenta anche agli utenti meno esperti di creare delle liste rese poi pubbliche.