mercoledì 19 dicembre 2007

..::: Il trentino, questo sconosciuto :::..

Il 3 novembre del 1918 veniva firmato l'armistizio tra gli imperi centrali e la triplice intesa e volgelva così al termine la prima guerra mondiale. Il 18 gennaio del '19 si apriva a Versailles il tavolo delle trattative per gli accordi di pace che si sarebbe poi chiuso il 28 giugno dello stesso anno.
L'Italia acquisì proprio grazie a questi accordi l'istria e la dalmazia (perse poi nella seconda guerra mondiale) ed il trentino-altoadige (per gli amici Südtirol).
Passano gli anni, siamo al 1 gennaio 1948. Entra in vigore la Costituzione Italiana. Sfogliandola arriviamo rapidamente all'articolo 116: "Regioni a statuto speciale" il cui primo comma cita: "Il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale".

Qualcuno della costituente, infatti, aveva ben pensato di dare autonomia alle regioni che avevano gravi problemi sociali o in cui lo stato non riusciva ad essere presente e che necessitavano di un intervento più diretto. La Sicilia e la Sardegna, essendo isole, la Valle d'Aosta in quanto terra di confine, il trentino-altoadige e il Friuli-Venezia Giulia in quanto il trentino acquisito nella prima guerra mondiale non era ancora perfettamente integrato con la realtà Italiana ed il Friuli perché aveva ceduto alla (ormai ex) Jugoslavia le regioni dell'Istria e della Dalmazia.

Questo poteva essere un giusto compromesso ai tempi. Ma una domanda mi nasce spontanea: Al giorno d'oggi, tutti questi privilegi a che servono?

Resto d'accordo sullo statuto speciale alla Sicilia ed alla Sardegna, che "emarginate" dal resto d'Italia possono avere non pochi problemi. Ma quello che mi rode, forse perché più vicino a me, è il trentino!
Questa regione mangia e beve a spese dell'Italia intera. I leghisti se la prendono con "Roma Ladrona", ma credo che i veri ladroni siano molto più vicini alla nostra cara lombardia di quanto pensino!

Volete sapere l'ultima?
Viene riportata da "il Giornale" del 14 dicembre: a Bolzano le case "popolari" vengono assegnate a chi ha un reddito imponibile di 80.000€. No, non ho messo uno zero in più sono proprio ottantamila euro. Tradotto in soldoni al massimo (si fa per dire) 4.000€ al mese. Queste case vengono cedute con un contratto di leasing. Inoltre, per chi non volesse una casa già costruita, ma preferisse farla per conto suo si vedrà comunque regalata la metà del terreno e degli oneri di urbanizzazione. Cito inoltre un pezzo dell'articolo: "Sinora, in questo luogo, 270mila abitanti sui 485mila totali vivono in un'abitazione «agevolata», cioè finanziata anche con soldi dell'amministrazione pubblica. Siamo al sessanta per cento della popolazione. Eppure, al lungimirante governatore, non basta. Vuole alzare la percentuale.".

Io mi chiedo perché continuare a gettare via soldi per gente che non vuole nemmeno considerarsi italiana (nella provincia di Bolzano i nomi delle città sono già in tedesco ed il tedesco è comunque la "prima" lingua). Perché regalare le case a gente che può guadagnare fino a 4000€ al mese quando qua in italia la situazione è tutto all'opposto?

due parole: Sono indignato.


Giovanni


4 commenti:

Old Whig ha detto...

Giovanni, comprendo la tua indignazione, anche se non la condivido del tutto: del resto, il Trentino opera ciò che legalmente può. Voglio dire: le case popolari ed altri servizi sono forniti dallo stato ai più poveri; ora, poichè il Trentino può gestire le proprie casse autonomamente, destina le medesime attenzioni ai SUOI "più poveri". E se questi sono ricchi...beh, la forma non viene intaccata. Poi certo si può discutere sulla moralità della faccenda e sulla sua opportunità politica vista la situazione nazionale (e qui siamo d'accordo).

Vorrei puntualizzare una cosa. Sei stato leggermente impreciso nella ricostruzione storica, e, per deformazione professionale, devo fartelo notare ;)
In realtà i trattati di Versailles non ci consegnarono la Dalmazia (e questa fu un'ingiustizia, visti gli Accordi di Londra del '15). Per questo si parlò di "vittoria mutilata" e per questo D'Annunzio, inferocito, organizzò la spedizionbe paramilitare a Fiume.
La questione creò un incidente diplomatico a Versailles tra Italia da una parte e Wilson (presidente USA) dall'altra. Tutto fu risolto più tardi, con un trattato denominato di Rapallo, che riguardò solo Italia e Jugoslavia, senza il concorso di nessun altra nazione: in base a tale accordo bilaterale, l'Italia si tenva l'Istria, la Jugoslavia la Dalmazia, e Fiume diveniva una sorta di città indipendente.

Anonimo ha detto...

Condivisibile il ragionamento di Giovanni.
Esiste una cosa chiamata soglia di povertà.
Questa non si misura in base al reddito medio degli abitanti della tua regione: come si fa a definire "Povera" una persona che ha un reddito di 4.000 euro al mese?
Quella del trentino è una delle classiche furbate all'italiana, in una regione dove le persone amano definirsi non italiani.

Complimenti

La tua indignazione mi contagia. ;O)

Giovanni.M ha detto...

@Salo: Il trentino può gestire le sue casse autonomamente... è proprio questo il problema. Ti porto altri esempi:

- Perché se vado a sciare in trentino ma vivo in lombardia pago 32€ il giornaliero e se invece risiedo in trentino ne pago solo 14?

-Perché il fratello di mia nonna che ha continuato a lavorare dopo aver raggiunto gli anni necessari per andare in pensione ha dovuto continuare a versare contributi e una persona di simile età in trentino (che conosco) prende i soldi dallo stato per tenere aperta la sua bottega?

E' ORA DI FINIRLA!

Old Whig ha detto...

Ah ok: se sposti l'attenzione sulla questione dell'autonomia (cioè se sia giusta o no), allora sono completamente d'accordo! Dicevo solo che, allo stato attuale delle cose, il Trentino non fa nulla di più rispetto a ciò che effettivamente per legge noi scemi gli consentiamo di fare...